In seguito, le conseguenze dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale, l’incertezza del dopoguerra e la progressiva egemonia del Partito Fascista rimescolarono i ceti e le opinioni portandoli alla sudditanza del pensiero dominante e ad una nuova e disastrosa guerra mondiale. Si può comunque affermare che nel primo mezzo secolo del periodo repubblicano, fatta eccezione per la fase iniziale che vide il Partito Liberale e i suoi candidati locali polarizzare le preferenze politiche, a prevalere è stato il principio democratico dell’alternanza fra i partiti di centro e quelli di sinistra. Considerato il lungo percorso compiuto dalla comunità locale, va riconosciuto che il dibattito delle idee e gli scontri sociali non hanno modificato l’atteggiamento di equidistanza della Società Operaia locale, comportamento che gli permette ancora di avere un’ampia e convinta partecipazione di soci. Come testimoniano queste ed altre prove epocali, soprattutto fra l’Ottocento e il Novecento, si può parlare a maggior ragione di una comunità aperta, capace di risollevarsi e guardare avanti. Ciò è confermato anche da fatti marginali, come l’attribuzione di ben 11 cittadinanze onorarie, che documentano i rapporti personali e collettivi con personaggi di diversa estrazione sociale e ambienti territoriali più sviluppati economicamente e culturalmente. Ancora meglio lo certificano altri due avvenimenti significativi destinati a collegare la comunità carovillese al mondo esterno: il fenomeno dell’emigrazione che, pur indebolendo il tessuto sociale di origine, diede con le rimesse in denaro e i viaggi di andata e ritorno una prospettiva a molte famiglie avviando un dialogo fra continenti lontani; la costituzione della Società Operaia di Mutuo Soccorso, da considerare figlia legittima della parte migliore del paese, nonché delle idee di progresso e libertà personali e collettive provenienti dalla cultura illuminista europea, dalle esperienze concrete fatte in altri Paesi europei più industrializzati o di antica tradizione democratica, ma che a livello locale diventarono tanto dirompenti che alcuni benpensanti (rimasti anonimi) giudicarono il sodalizio operaio sovversivo con una buona percentuale di maldicenza gratuita contro il presidente-fondatore. Ovviamente, tale giudizio è stato ampiamente smentito dalla storia degli ultimi 125 anni di vita associativa.
da 125 Anni di Storia della Società Operaia di Carovilli. Testo di Edilio Petrocelli